DIAGNOSTICA DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E DEI COLORI DELLE FACCIATE ESTERNE
STORIA
Con le sue finestre e le porte sormontate da archi la facciata di questo palazzo, uno tra i primi edifici rinascimentali di Roma, si presenta nitida e armoniosa al punto che fu attribuita al grande architetto umanista Leon Battista Alberti (1404 – 1472). Essa è forse opera di Giuliano da Maiano, che ha scolpito anche il bel portone sulla piazza. Palazzo Venezia fu costruito nel 1455 per il cardinale veneziano Pietro Barbo, futuro papa Paolo II: fu usato come residenza cardinalizia fino al 1564, quando Pio IV donò il palazzo agli ambasciatori della Serenissima. Proprio uno di essi, l’ambasciatore Duodo, nel 1714 fece arricchire la finestra sulla piazza di un piccolo balcone balaustrato. Nel 1797 la costruzione passò agli Austriaci. Fin dal 1916 è proprietà dello Stato italiano e durante il fascismo Mussolini lo utilizzò come suo quartier generale, arringando la folla dal balcone centrale (l’elemento architettonico più noto del Palazzo), i cui interni nascondono veri e propri tesori d’arte.
INTERVENTO
Nel 1996 il Gruppo Pouchain ha realizzato uno studio diagnostico su Palazzo Venezia, finalizzato all’individuazione delle tinte originarie (Piano del Colore). E’ stata effettuata un’indagine a vista sulle facciate prospicienti Piazza Venezia, Via del Plebiscito e Via degli Astalli. Tale indagine ha permesso di individuare le principali tipologie di materiali che costituiscono il manufatto, ed il relativo degrado, e di riportarle su mappe tematiche. Il rilievo macroscopico del degrado dei materiali lapidei naturali ed artificiali, è stato eseguito secondo le Raccomandazioni Normal 1/88 (CNR-ICR). Sono state individuate le aree per il prelievo dei campioni, ed è stata elaborata una mappa delle zone che nel corso degli anni hanno subito interventi di restauro. Sono stati eseguiti 18 prelievi rappresentativi d’ intonaco secondo le Raccomandazioni Normal 3/80.
I risultati forniti dalle indagini stratigrafiche e dalle sezioni sottili, eseguite sui campioni prelevati, hanno permesso di individuare la successione degli strati, con i corrispondenti materiali costitutivi ed il loro stato di conservazione. L’osservazione microscopica delle sezioni, lucide e sottili, è stata fatta tenendo conto delle correlazioni tra le diverse zone, per stabilire una cronologia degli strati d’intonaco e delle successioni pittoriche.
Lo strato pittorico delle facciate principali identificato come “originale”, è risultato di colore beige sia sulla facciata di Piazza Venezia, sia sulla facciata di via del Plebiscito.