INDAGINI SULLE SUPERFICI FINALIZZATE AL RESTAURO CONSERVATIVO
Le indagini diagnostiche, effettuate sia in sito sulla statua che in laboratorio, sono state mirate alla caratterizzazione del marmo ed all’individuazione delle patine.
Per scolpire “La verità” il Bernini ha utilizzato un marmo bianco tipo Carrara, con una granulometria minuta ed una leggera anisotropia, che aveva probabilmente trattato in superficie con sostanze di tipo proteico. Queste hanno comportato la formazione di patine che, prima del restauro, apparivano alterate con formazione di gesso ed ossalati di calcio (probabilmente a seguito dell’esposizione della statua in un ambiente semiconfinato).
Le analisi multispettrali, congiuntamente all’esperienza acquisita anche sulla statua di Santa Bibiana sempre del Bernini, hanno permesso di ipotizzare che l’autore fosse solito patinare almeno alcune delle sue opere, per ottenere ombreggiature, lumeggiature e distinzioni tra i diversi elementi. Per la stesura di queste patine si è ipotizzato che il Bernini si affidasse ad una tecnica di tipo “sottrattivo”, per cui ad una prima ed omogenea stesura dello strato suddetto seguiva una pulitura mirata di alcune aree.
Le misure colorimetriche condotte durante l’intervento di restauro conservativo hanno permesso di controllare il grado di pulitura, suggerendo un’azione più delicata sul ventre rispetto al panneggio.