DIAGNOSTICA,RESTAURO, COPIA E RICOLLOCAMENTO SULLA CIMA DEL CAMPANILE
Nel settembre del 1993 un fulmine colpì la statua dell’Angelo presente sulla cuspide dell’attuale campanile della chiesa di San Giorgio Maggiore (ricostruito a fine Settecento dopo il crollo della torre quattrocentesca, avvenuto nel febbraio del 1774). Gli esami endoscopici effettuati hanno evidenziato che il fulmine provocò la completa carbonizzazione del corpo ligneo della statua, mentre le lamine in rame che lo ricoprivano furono deformate, parzialmente fuse e distaccate: si salvarono solo le ali, fissate direttamente all’anima metallica interna che, collegata ad un perno sulla cuspide con un cuscinetto a sfera, permetteva alla statua di ruotare col vento. Per ottenere le indicazioni sulle forme e le dimensioni, necessarie per il restauro della statua, non esistendo alcun rilievo particolareggiato ci si è dovuti affidare ad alcune fotografie effettuate in seguito ai lavori di restauro avvenuti nel 1896 e nel 1956, impiegando un computer per la correzione delle foto dall’effetto del quadro inclinato e dalle aberrazioni prospettiche derivanti dall’uso degli obiettivi grandangolari. Confrontando gli ingrandimenti delle fotografie con le lamine originali recuperate è stato possibile isolare ogni lamina del blocco scultoreo per la definizione delle esatte proporzioni tra le parti della statua e la loro dislocazione spaziale originaria. Dopo la realizzazione di una serie di modelli di studio è stato scolpito un nuovo corpo ligneo composto da lastre lamellari in legno di larice stagionato, tenute insieme da una barra verticale in acciaio inox che le attraversa dalla base all’aureola; nel foro circostante è stata iniettata resina epossidica. Su questo corpo ligneo, opportunamente levigato, sono state applicate le lamine in rame originali e, per verificare l’accuratezza della ricostruzione, si è eseguito un nuovo rilievo fotografico, sovrapposto mediante computer alle fotografie d’epoca. Le parti lignee che risultavano non combaciare sono state ritoccate, e quelle la cui lamina non era stata recuperata sono state patinate per attutire il contrasto di colore e garantire un’adeguata protezione al legno. Prima di essere collocata all’interno della Chiesa la statua restaurata è stata trasportata in fonderia, dove è stata eseguita una copia in bronzo da riposizionare sulla sommità del campanile. La copia è stata seguita ricoprendo la statua con un apposito prodotto antiaderente su cui sono state modellate speciali gomme siliconiche che hanno garantito una totale fedeltà di riproduzione senza danneggiare il supporto. All’interno del calco, rinforzato con gesso e smontato in più parti, si è predisposto uno strato di cera per procedere alla fusione del bronzo con la tecnica della cera persa: le tre parti che costituivano il corpo dell’angelo sono state saldate tra loro e ad un perno cavo con base conica che attraversa verticalmente la statua e termina con un golfare, posto al di sopra dell’aureola, che ha permesso il sollevamento della statua per la sua ricollocazione. Le superfici sono state infine patinate a caldo per ottenere un colore il più possibile simile a quello originale ed evitare una eccessiva luminosità.