Love my Mother – Via del Governo Vecchio, 69
In Love My Mother il concetto di “Madre” viene esteso alla “Grande Madre Terra”, a chi si prende cura, insegna, trasmette valori, condivide la propria saggezza oppure educa. «Madre è chi nutre amorevolmente», dichiara l’artista, «chi coopera, preserva, costruisce ed include; è una qualità dell’essere, di rapportarsi alla vita, agli altri e all’ambiente. Siamo figli della terra, oltre che dei nostri genitori; apparteniamo tutti al genere umano e va ricordato».
La serie è costituita da 12 opere dove i bambini sono i protagonisti, i portavoce di valori spesso dimenticati. «I bambini sono delle tele vergini già perfette in sé, su cui noi imprimiamo la nostra storia, sia da un punto di vista sociale, individuale e collettivo. I bambini ci ricordano la magia, la bellezza e la sacralità della vita», continua l’artista, «il mio è un atto di speranza rivolto al nostro presente e al loro futuro, immaginando che le prossime generazioni vivranno nel rispetto di questa terra e dei suoi abitanti».
Biografia
Alessia Babrow, artista italo-sudafricana, ha indirizzato la sua opera verso un’indagine del concetto di arte come funzione sociale, interrogandosi su tematiche che spaziano dall’ambiente alla società, al patrimonio e dignità degli esseri umani. Fin dai suoi esordi artistici, Alessia Babrow si è dedicata ad un confronto con tematiche quali l’ambiente, la globalizzazione, temi sociali e di denuncia spingendosi fino alla religione, intesa come cultura di una data popolazione. Definita un’artista poliedrica, esplora le varie forme d’arte contemporanea impiegando diversi linguaggi espressivi, che spaziano dalla fotografia alla performance, video art, installazioni, assemblaggi e interventi urbani. Sviluppa una propria estetica che caratterizza tutto il suo operato, contraddistinguendosi per la ricerca indirizzata alla scoperta dell’io in relazione al mondo circostante. Le sue opere trovano un complemento con il fruitore che viene indirizzato attraverso titoli eloquenti, a volte provocatori, ma sempre evocativi. Uno slittamento continuo operato attraverso la ricerca artistica strettamente connessa a quella personale e al messaggio sociale di cui l’espressione della Babrow diventa veicolo primario e la stessa tecnica impiegata ne sono il mezzo e il linguaggio espressivo. Negli anni è stata esposta in Cina, Russia, Stati Uniti, Grecia, Austria e Italia.