Hide – Giorgia Errera

Piazza della Pigna – Viale dell’Acquedotto Alessandrino

Giorgia Errera, Hide, 2021

L’opera Hide, presentata dall’artista Giorgia Errera, appartiene alla serie Untitled (NO CTRL). Una serie di fotografie che immortala delle parole eteroletterali composte tramite dei pulsanti rimossi da una tastiera informatica. I termini utilizzati richiamano l’information retrieval, il cui scopo è quello di soddisfare il bisogno informativo dell’utente. Con la sua destrutturazione, la tastiera è priva della sua capacità di codifica, essa non è più funzionale a questa associazione ma diventa simbolo stesso.

L’opera è stata creata appositamente per il progetto #EX_TRA, pensando al luogo in cui sarebbe stata affissa: un angolo di un palazzo che affaccia su Piazza della Pigna a Roma. Un luogo intimo e calmo nel caotico centro cittadino. Percorrendo le viuzze l’opera si svela sulla piccola piazza. Da qui il termine inglese Hide, nascondere, che entra in connessione con lo spazio.

“In questo periodo storico si sente spesso parlare di censura, di contenuti online nascosti agli utenti poiché ‘potenzialmente dannosi’. Sensibili, da sempre i mezzi di comunicazione di massa si riservano il diritto di selezionare i contenuti da divulgare, decidendo come e cosa mostrare e, di conseguenza, cosa nascondere. Scopo ultimo di un qualsiasi spazio pubblicitario, fisico o digitale che sia, è ovviamente quello della visibilità, è quello di catturare l’attenzione dell’osservatore al fine di renderlo un potenziale consumatore di tale prodotto.

Personalmente credo che dal momento in cui influenza e sollecita l’emotività, il messaggio pubblicitario è da considerarsi un contenuto sensibile. Lavorando su questa dualità visiva e concettuale il mio lavoro tende ad una riflessione sul peso e il significato della parola all’interno dell’azione artistica”. Dichiara l’artista.

Biografia

Giorgia Errera (1997). Nel 2020 si diploma al corso triennale di Arte e Ambiente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con la tesi “Cyberwarfare” e attualmente frequenta la specialistica di Arte Ambientale e Linguaggi Sperimentali. Nel 2020 espone nella collettiva autogestita “Incursione” a Scoppio (TR) e nel 2021 alla mostra “Punto di arrivo nel nuovo mondo” all’interno del Bunker Soratte di Sant’Oreste (RM). La sua ricerca si concentra sull’interpretazione dei sistemi e dei linguaggi che alimentano le disuguaglianze e le asimmetrie di conoscenza e potere, in particolar modo sui meccanismi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione di massa. In un’era sempre più proiettata verso l’immagine, i suoi lavori si basano su testi e caratteri tipografici specifici nel tentativo di rivendicare l’esercizio semantico e cognitivo.