Via Nemorense, 111
Ruggero Lenci, Campo Marzio 3
Campo Marzio 3 (2016)
La tela rappresenta gli abitanti e la città, la civitas e l’urbs. Si tratta di una turbolenta raffigurazione di come l’homo Sapiens nei millenni abbia lasciato nell’urbs le tracce del proprio passaggio. I lunghi capelli degli esseri umani, che simboleggiano il mondo vegetale ovvero la selva, si impossessano dei reperti architettonici che gli stessi umani hanno un tempo edificato.
La città è quell’aggregato nel quale una miriade di volumi si sbrecciano in situazioni spaziali forgiate in sistemi di case, strade, piazze, monumenti, resti antichi, generando luoghi condivisi con la natura umana, quella vegetale, animale, atmosferica, acquifera, che in essa coesistono in un immenso cretto. Così intesa l’Urbs può essere descritta attraverso un segno grafico che scava nel reale senza imporsi di rappresentare l’esistente, bensì di dar forma a una visione mirata a esprimere la presenza di plurimi livelli di elementi che si agitano negli erosi solchi di quelle profonde fiumare urbane. Si tratta della civitas, ovvero di forze fluide e materiche che nelle sue pieghe più intime danno luogo ai momenti dell’esistenza.
In questi ambiti umanistico-architettonici il disegno è uno scavo che si pone l’obiettivo di attribuire valori all’interpretazione dei luoghi fornendo plurime chiavi di lettura. E’ quell’estensione della mente che produce modalità immaginative ove i muri sono protagonisti al pari dell’elemento vegetale, come si diceva qui rappresentato dai capelli delle persone che vivono la città, diventando il Mandala di un mondo ricco di icone annidate nel suo coeso e immanente doppio cerebrale.
Seguendo una dimensione immaginifica il segno si fa strada sulla superficie generando tessuti umanizzati e vegetali che si riappropriano del tema della città e delle sue genti, ritraendole intente ad agitarsi in quei canyon urbani talvolta intimi, altre residuali, altre ancora gelidi come le pietre dei suoi muri, riscaldandoli tutti. Allora la rappresentazione comunica qualcosa di nuovo e di diverso, grazie al segno strappato a quel sogno che, prima dell’oblio, lo concede in prestito solo per pochi istanti. Ci comunica che quei luoghi sono animati da un innato senso civico appartenente a un’umanità che non ha mai abbandonato la volontà riconoscersi nella Civitas.
Biografia
Ruggero Lenci (Roma, 1955) è un architetto/professore di Architettura e Composizione architettonica alla Facoltà di Ingegneria, Sapienza Università di Roma. E’ autore di libri e direttore della collana editoriale Scienze dell’Architettura sostenibile.
I suoi contributi teorici propongono un accostamento tra le discipline scientifiche, umanistiche e progettuali da cui deriva il parallelismo: la morfogenesi del progetto ricapitola la storia dell’architettura le cui tesi sono contenute nel libro Evoluzione e Architettura (Prospettive edizioni, Roma 2008).
Tra i progetti da lui realizzati figura l’Unità abitativa a Favaro Veneto (VE) (1997-2001), premiata al concorso europeo Europan 2.
Nel campo dell’arte sono state pubblicate le monografie delle sue sculture Morfemi dinamici (Prospettive edizioni, Roma 2011) e dei suoi disegni Vultus Urbis (Gangemi edizioni, Roma 2020). E’ risultato vincitore a numerosi concorsi di architettura, oltre che al primo premio Arte in Luce della Fondazione Sapienza negli anni 2017, 2018, 2019.